Salmonella in alcuni prodotti Kinder: una "sorpresina" dura da digerire. Ferrero ferma stabilimento in Belgio.

Ferrero costretta a richiamare in via preventiva i Kinder Surprise e altri prodotti a base di cioccolato in Italia, Francia, Gran Bretagna e Irlanda. Alcuni casi di salmonellosi sarebbero imputabili al consumo di questi snack. In Italia sono stati richiamati i lotti di Kinder Schoko-Bons che hanno scadenza tra il 28 maggio e il 19 agosto 2022. Ferrero precisa che “Tutti gli altri prodotti Ferrero, compresi i Kinder dedicati alla Pasqua e tutte le caratterizzazioni della ricorrenza pasquale, non sono coinvolti dal richiamo“. L’elenco completo e dettagliato dei lotti ritirati è disponibile sul sito de il Salvagente.

Ferrero ha riconosciuto la presenza di “problemi interni” e si è scusata, disponendo la sospensione dell’attività dello stabilimento di Arlon, in Belgio. L’azienda piemontese, per precauzione, ha deciso di estendere, in Italia, il richiamo dei Kinder Sorpresa T6 “Pulcini”, Kinder Sorpresa Maxi 100g “Puffi” e “Miraculous“, tutti prodotti ad Arlon. A tal proposito, potete leggere un approfondimento de La Repubblica.

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La salmonella

L’intossicazione alimentare causata dalla salmonella provoca disturbi gastrointestinali spesso accompagnati da febbre entro 48 ore dal consumo dei prodotti contaminati. Questi sintomi possono essere aggravati nei bambini piccoli, nei soggetti immunocompromessi, nelle donne in gravidanza e negli anziani. Le autorità sanitarie raccomandano alle persone che hanno consumato i prodotti sopra menzionati e che presentano questi sintomi di consultare senza indugio il proprio medico informandolo di tale consumo.

La domanda che si pone il Salvagente è lecita: “Come è potuta avvenire la contaminazione degli snack“? Gli indiziati sono due: il latte e il cioccolato. Non si sfugge. Il professor Antonello Paparella, docente di Microbiologia alimentare presso l’Università di Teramo, sostiene che “La salmonella nel cioccolato e nel burro di cacao non può moltiplicare ma sopravvive a lungo, fino a 19 mesi” e che la contaminazione “può accadere all’origine, dopo la tostatura delle fave del cacao, come anche durante la lavorazione, per esempio per un danneggiamento di un tubo che trasporta il cioccolato fluido oppure una contaminazione dopo il temperaggio, nella fase di modellaggio o confezionamento“.

Il latte può essere fonte di contaminazione? “Più difficile perché in queste produzioni viene usato latte in polvere, dove la presenza di salmonella è rara“.

Game over, stabilimento chiuso

La morale: se non tieni alto il livello della sicurezza alimentare, il minimo che ti succede è che fai ammenda dei tuoi peccati (per alcuni soggetti può tradursi come “sputtanamento bestiale“), fermi lo stabilimento per controlli e poi inizi a diventare attento alla food safety a partire da quell’istante. Prima no, non avevi questa sensibilità.

Tranquilli, se è successo a Ferrero, che investe continuamente in tecnologie per l’analisi della materie prime e dei prodotti finiti, succederà anche a quelli che non lo fanno per abitudine e mestiere. È solo questione di tempo (o culo).

Salmonella e Food Safety

Sottolineamo subito che Ferrero è un’azienda seria, attentissima agli investimenti e alle nuove tecnologie che elevano il più possibile il livello della sicurezza alimentare e della trasformazione del prodotto. Nonostante tutto le è accuto un bel grattacapo. È lecito porsi un’altra domanda: se c’è cascata Ferrero, potrà capiterà anche alle altre aziende?

Le aziende trasformatrici possono essere aiutate nel loro processo produttivo da dispositivi innovativi che garantiscono una produzione costante, sicura ed economicamente vantaggiosa. Il tutto a bassi costi d’investimento, specie se le aziende possono attingere alle agevolazioni per l’industria 4.0.

La migliore food safety possibile non si ottiene con pezzi di carta, ma si conquista sulla linea produttiva, giorno dopo giorno. Il modo migliore per evitare brutte sorprese, come la salmonella, è essere sempre vigili e farsi aiutare da dispositivi innovativi che rendono il proprio processo intelligente, accurato e igienico.

Le nuove tecnologie aiutano le aziende ad essere più sicure e competitive sul mercato, quindi perchè privarsi di questa possibilità? Il non comprendere pienamente i fondamenti scientifici di un dispositivo innovativo rappresenta un problema? Anche la produzione di bastoncini di pesce rappresenta un bell’enigma per la popolazione, eppure li comprano.

Su quali dispositivi innovativi puntare

Investire sui dispositivi di Caronte Consulting è la soluzione migliore per colmare il gap tecnologico che affligge l’impianto rispetto a quello dei competitor, per evitare le derive ed avere una produzione intelligente.

Hydra, Phobos, Valery e Zephiro sono alcuni dei dispositivi che aiutano realmente le aziende ad evitare le derive in produzione, monitorando costantemente materie prime, semilavorati, sottoprodotti, scarti, prodotti finiti, superfici, setpoint e stato del processo produttivo, ottenendo sempre un prodotto finito che rispecchia gli standard imposti dall’azienda con il minimo consumo di energia.

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Se ti incuriosiscono i nostri dispositivi e vuoi saperne di più, puoi contattarci in diversi modi: scegli quello che più di piace. Saremo lieti di darti tutti i chiarimenti di cui hai bisogno, senza vincolarti ad alcun acquisto.

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Caronte Consulting progetta e realizza sistemi hardware e software nel campo dell’Industria 4.0, dotati di una sofisticata ed efficace Intelligenza Artificiale.

I nostri dispositivi sono realizzati su misura alle esigenze del Cliente e permettono di automatizzare completamente i processi industriali, ottimizzando la produzione e creando un risparmio di materie prime e di consumi energetici.

Crediti per le immagini: Derek Key, Coralie Ferreira.